venerdì 16 aprile 2010

Introduzione

Io sono un uomo sbattuto a forza in un congelatore ed ibernato , ho un nome ma non ha alcuna importanza perché a nessuno interesserebbe ricordarlo e per questo potreste anche chiamarmi con uno o centomila nomi , tutti quelli che potrebbero riconoscersi nella mia storia Ho lavorato per trentanni in un settore che è stato travolto dalla grande crisi economica dell'anno scorso e mi sono ritrovato a cinquantanni compiuti a casa, senza lavoro, con una moglie casalinga ed un figlio ancora studente da mantenere , un misero sussidio di meno di ottocento euro al mese e l'imperativo di dover ritrovare un lavoro entro due anni perché oltrepassato quel limite non avrò più alcun sostegno da parte dello stato.
Questo è il mio diario , quello di un uomo gettato in un angolo, di un pugile steso al tappeto a cui è dato un minimo tempo per rialzarsi e riprendere il combattimento , prima di essere dichiarato definitivamente out – fuori gioco. Io sono uno tra tanti, anonimo tra anonimi e la mia storia non ha niente di eccezionale , niente di interessante, ma è la mia storia, è cercherò di raccontarla perché è il solo modo che ho per ricordare a me stesso che non sono ancora sconfitto, che sono ancora qualcuno. Che ho un cuore e un cervello, dei sentimenti, per dare libero sfogo alla mia rabbia e al mio rancore verso questo mondo in cui l'esistenza di un uomo,i suoi sogni e le sue ambizioni, i suoi stessi affetti, non hanno più valore, impunemente sacrificati alle crudeli leggi del mercato-
Sono fermamente deciso a scrivere ogni casa mi passi per la testa, ogni pensiero o opinione, senza rileggermi, senza controllare la logicità dei miei ragionamenti, ne la loro attendibilità perché io non ho nessuna velleità di passarmi per un saggio.
Scriverò queste cose senza alcuna velleità letterarie, ma solo per il piacere di farlo, e lo farò finché questo piacere continuerà ad esistere in me. Quindi e probabile che tra pochi giorni, forse poche ore io mi sia già annoiato di questo giochino e sia , volontariamente , tornato nell'oblio. .
Non sono un intellettuale ne tanto meno un erudito, sono solo un uomo congelato, un uomo che è stato privato del suo lavoro e che si ritrova ad avere troppo tempo libero e la necessità di riempirlo con qualcosa che sia il più economico possibile,. Mi scuso quindi già da ora, con chiunque, magari per caso , si trovasse, a leggere queste pagine, delle tante imprecisioni che certamente vi potrà trovare.
D'altronde se fossi nato scrittore o intellettuale ora non avrei questa storia da raccontare, ne avrei delle altre, forse più interessanti, ma non sarebbe questa.
Io sono io , questo è ciò che posso scrivere, questo è l'unico modo in cui posso farlo, questa è il racconto di un periodo della mia vita a cui voglio essere fedele e per far ciò non posso e non devo correggere ciò che ho scritto perché sono frutto della mia vita ed essa stessa non permette a nessuno di riscrivere la storia , di riportare indietro le lancette dell'orologio, e raramente permette di rimediare agli errori commessi .
Quello che è stato fatto è fatto, ciò che è scritto deve rimanere scritto. Quindi se mai qualcuno leggerà queste pagine,abbia pazienza per i miei limiti, le mie scorrettezze, contraddizioni ed errori.

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Scontrarsi con una triste realtà

Sono appena uscito da un ennesimo colloquio di lavoro e provo tutta l'amara sensazione che nemmeno quella volta le cose prenderanno la piega che mi aspettavo. . Il giovane funzionario elegante e cortese che mi ha accompagnato alla porta dopo avermi dedicato cinque minuti del suo tempo prezioso , mi ha detto lasciato con un - “ Presenterò il suo curriculum ai miei superiori e non dubiti che al più presto riceverà una nostra risposta.! “- ma non mi è sfuggito il suo sguardo tra lo stanco e l' annoiato . Non posso dubitare del fatto che il mio fosse l'ultimo di una lunga pila di curriculum che sicuramente ingombrava la sua scrivania , uno tra tanti , tutti terribilmente simili, perché i disoccupati in cerca di lavoro hanno tutti storie , facce , sentimenti e disperazioni assai poco distinguibili tra di loro.
Ancora una volta si è ripetuta la scena della preda che affronta il predatore, il dramma di chi chiede la grazia pur sapendo di sperare in un miracolo e di chi è perfettamente consapevole che ben difficilmente potrà concederla proprio a lui, tra tanti.
Forse quel giovane funzionario in cuor suo soffre per non poter accontentare tutti, ma è probabile che da tempo abbia smesso di provare sincero coinvolgimento, abbia costruito una solida carrozza intorno al suo cuore, per poter continuare a svolgere il suo lavoro.
Sono consapevole del fatto che le mie possibilità di essere richiamato da quel funzionario sono assai scarse, se non nulle , ma, avviandomi verso la macchina , continuo a ripetermi che, probabilmente, non sono il miglior candidato possibile per quel lavoro ma sicuramente nemmeno il peggiore e che quindi è lecito che continui a crederci a sperare, perché:” finché c'è vita c'è speranza ! “
“ Non devo lasciarmi prendere dal pessimismo ! “ parlo ad alta voce con il volante della mia , ormai vecchiotta , utilitaria - “ In fondo ho le stesse possibilità di assunzione di qualsiasi altro. E' vero che non sono più giovanissimo, ma nemmeno cosi' decrepito da non poter rivaleggiare con un giovanotto che ha meno esperienza e capacità di adattamento! “
“ Trentanni di lavoro,trascorsi svolgendo le più svariate minzioni devono avere un peso, la motivazione di una famiglia da mantenere, di un figlio da far studiare non possono non valer qualcosa ! “
“ Ognuno dei miei precedenti datori di lavoro potrebbe solamente parlare molto bene di me e delle mie caratteristiche giacche, in tutti questi anni , nessuno di loro ha mai avuto niente di che lamentarsi nei miei confronti. Il mio curriculum parla chiaro e bastano semplici telefonate per sincerarsi della sua validità ! “
“ Perché dovrebbero scartarmi solo perché ho cinquant'anni quando il mondo è pieno di ventenni che pensano solo a fare il minimo necessario per assicurarsi i soldi per andare a divertirsi !”
“ E anche fisicamente sono in grado di confrontarmi con qualsiasi giovanetto che non conosce cosa sia la vera fatica.!
Vorrei una voce amica che mi rispondesse : -“ Hai ragione ! “, ma la mia vecchia auto non mi risponde, si limita a riportarmi a casa lungo strade che oramai conosce a memoria , quasi autonoma dal volere del mo pensiero.
Per quanto mi sforzi non riesco a cancellare la sensazione di inadeguatezza che provo , la terribile consapevolezza c di quanto poco poco conti il mio passato e tutti i miei documentabili pregi , di fronte alla crudele sincerità dei dati della mia carta d'identità.
Quelli sono l'unica verità incontrovertibile, l'unico valido metro di giudizio.

Del resto non posso negare a me stesso il mio handicap. Ho un diploma vecchio di trent'anni, preso studiando materie che allora avevano un valore , ma che ora sono irrimediabilmente superate. archeologia didattica.
Non mi sono aggiornato, non mi sono adeguato ai cambiamenti.
Non conosco una lingua straniera , non sono addentro all'informatica ne ai software che ora regolano ogni cosa. Con il computer so fare il minimo necessario per scrivere una lettera , mandare un E-mail e visitare qualche sito, e perfino il telefono cellulare che possiedo è per me un oggetto misterioso del quale conosco solamente le funzioni di base.
In sintesi sono capace di fare solamente lavori manuali e questo è poco in un mondo in cui ci sono le macchine, i software i computer,. A sostituire le mani degli uomini.
Fino a quel momento non mi era sembrata cosa grave la mia arretratezza culturale, non mi aveva impedito di lavorare, di prendermi le mie piccole soddisfazioni, di sentirmi utile, di portare il pane a casa , ma ora una realtà dolorosa quanto imprevista ed imprevedibile mi sta mettendo di fronte all'evidenza della mia vecchiaia , non fisica, ma culturale.
Il progresso si è insinuato nella mia vita e si è stratificato intorno a me senza che io me ne accorgessi,: ne fossi pienamente cosciente.
Anche questa vecchia che guido ha auto ha un cuore elettronico che regola il suo funzionamento, io pigio il piede sull'acceleratore, muovo la leva del cambio e giro il volante, ma tutto questo sarebbe inutile più alcun valore se la centralina elettronica cessasse di funzionare.
Resterei in panne, impossibilitato a compiere il minimo intervento, inerme in attesa di un tecnico che sappia dove mettere le mani. E costui, dopo aver svolto l'immane lavoro di aprire una scatoletta di plastica e sostituire una scheda elettronica, mi porgerebbe un conto spesa superiore al valore di mercato della' intera macchina.
Mi scopro assolutamente inerme di fronte a tutto questo! E mi domando dove sia stato fino a quel momento !

La centralina dell'auto continua a fare il suo dovere ed il mio ricordo vola a pochi minuti prima,
“ Che conoscenza ha dei programmi di gestione Aziendale “ Mi ha chiesto il giovane funzionario cortesemente
“ Quel poco che occorre per un uso domestico ! “ mi sono affrettato a rispondere sapendo bene che lui avrebbe dedotto che non ne sapevo quasi niente, il che è vero .
“ Ma quello che non si sa si può sempre imparare ! “ - ho aggiunto , cercando di essere convincente e stampandomi sul viso la migliore espressione di intima convinzione di cui sia capace .
Lui ha segnato qualcosa sulla scheda che stava compilando e non credo proprio che fosse qualcosa di positivo..
In quel momento ho avuto la voglia di dire a quel giovanotto, che avrebbe potuto essere mio figlio , che quando avevo la sua età i computer erano scatoloni grandi come palazzi e li usava la N.a.s.a per mandare i primi uomini sulla luna,. Avrei voluto dirgli che potevo ricordare perfettamente i televisori in bianco e nero e che la mia prima calcolatrice elettronica ( la mitica Texas Instruments ) era costata a mio padre buona parte del suo stipendio di un mese. Naturalmente ho desistito, un discorso del genere non avrebbe certamente giovato alla mia causa, anzi, avrebbe suscitato in lui solo commiserazione.
Io so che, se me ne dessero il tempo, potrei velocemente imparare ciò che non so, superare la mia ignoranza e addirittura diventare più bravo di tanti altri.
Non posso ne voglio dubitare delle sue capacità cognitive- ma ogni volta ho la paura che la vita non possa darmi il il tempo di recuperare le mie lacune:
Chi potrebbe avere la voglia di investire risorse su un cinquantenne volenteroso ma inadeguato quando può farlo su un ventenne fresco di studi. Del resto non posso biasimarli del tutto , certamente mi vedono come io stesso non posso fare a meno di vedermi. : Una semi-vecchia cariatide che avrebbe avuto l'età e il diritto di continuare la strada da tempo aveva intrapresa senza troppi patemi d'anima, concludere il suo percorso per giungere al giorno in cui avrebbe potuto mettere da parte i ferri del mestiere e lasciare il suo posto a un giovane.
Invece eccomi qua a dover lottare per continuare a vivere, costretto a mettermi in contrapposizione con i giovani: Non possibile maestro per loro ma antagonista, predatore , mio malgrado , del loro futuro , come loro lo sono del mio presente.
Tutto questo è assurdo!.
La storia dell'umanità si è retta per millenni sull'eredità di conoscenze che i padri lasciavano ai loro figli, ma ora non è più così
Ora i padri sono antagonisti ai loro figli. Io dovrò chiedere al mio d'insegnarmi qualcosa di quel linguaggio, per me oscuro ,dei computer , dovrò chiedergli di istruirmi per sopravvivere in un modo che non mo appartiene , che è suo. Per la prima volta nella storia dell'umanità sono i figli a dover insegnare ai loro padri i segreti per cercare di sopravvivere .

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