venerdì 16 aprile 2010

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Oggetto: Licenziamento per riduzione di personale- comunicazione di recesso

A seguito ed in esito alla procedura di cui agli art. 4 e 5 della legge 23 luglio 1991 n. 223 conclusa con l'accordo sindacale del 7 ottobre 2009, Le comunichiamo il recesso della nostra Azienda dal Suo contratto di lavoro per riduzione del personale.
Secondo le intese intercorse il rapporto cessa in ogni caso ( anche in caso di malattia, infortunio o altre situazioni di conservazione del posto ) e ad ogni effetto con il 7 ottobre 2009 ( ultimo giorno lavorativo), considerandosi espletato il periodo di preavviso, con rinuncia all'obbligo del preavviso e della relativa indennità sostitutiva dello stesso per l'eventuale periodo mancante.
Distinti saluti


Ho stampato nella mia memoria queste parole, forse perché non mi era mai capitato prima di ricevere una lettera del genere. Per molti , meno fortunati di me , è un evento abbastanza familiare, hanno conosciuto e subito molti cambiamenti durante la loro vita lavorativa e , soprattutto tra più giovani, la precarietà lavorativa è una triste consuetudine, ma per me che è la prima volta che vengo licenziato è davvero traumatico il freddo distacco di queste parole.
Dieci righe, poche parole , per gettare via un essere umano , per cancellare fatica e sudore, sacrifici. . Anni di lavoro sotto il sole e la pioggia, al caldo e al freddo. ricambiati con un benservito che non contempla nemmeno una parola di ringraziamento.
Ho lavorato per trent'anni in un settore che ha reso multi miliardari molte persone , la mia fatica e il mio sacrificio ( come quello di tanti altri come me ) hanno permesso a pochi eletti di vivere nel lusso e negli agi, di arraffare a piene mani quella ricchezza generata da un mercato che andava a piene vele. Ma ora che è arrivata la crisi,pochi di costoro sono disposti a restituire anche minima parte di ciò che hanno guadagnato, pochi sono disposti a rinunciare ad una parte della loro abbondanza per permettere la sopravvivenza di chi ha contribuito al costruire a loro fortuna, ricevendone in cambio solo le briciole. Gli esserei umani non hanno alcun valore agli occhi di questi sommi sacerdoti degli dei pagani della ricchezza e del potere, per costoro sono come i preservativi, dopo che hanno permesso di godere, si gettano via.
Dovrei essere incazzato, ma mi scopro più che altro deluso e sommamente preoccupato per quello che potrà accadere .
Ora che sto rientrando a casa il mio primo problema è cercare di dissimulare la mia delusione per il probabile fallimento di questo nuovo tentativo compiuto , agli occhi di mia moglie e di mio figlio .
Cercherò di recitare bene, di evitare accuratamente di rivelare il mio pessimismo e nello stesso tempo di non illuderli troppo, ma dubito di poterli ingannare, a loro basterà uno sguardo per leggermi negli occhi la verità .
Sono oramai mesi che questa storia va avanti .
La loro esistenza si è trasformata in una sfibrante attesa che io torni a casa ad annunciare che le cose sono ritornate ad essere come erano prima, che la nostra esistenza può riprendere a scorrere con quel minimo di certezze che un lavoro può dare.
Che il nostro esilio nel congelatore è finito e che è possibile uscirne fuori , tornare a guardate il sole di una nuova primavera e ricominciare a condurre una vita dignitosa, senza grande abbondanza ma anche senza indigenza. Ritornare ad avere una busta paga
Quel foglietto di carta era ciò che ci rendeva visibili, che ci permetteva di vivere e non solo perché rappresentava dei soldi sicuri che entravano nelle nostre tasche, ma anche perché era il documento della nostra affidabilità verso il mondo. Solo grazie ad essa tutti noi esistevamo, potevamo fare acquisti, chiedere prestiti, essere considerati persone affidabili. Senza una busta paga non si è più niente , il mondo cessa di conoscerci, siamo invisibili, inesistenti. Una vita trascorsa nel pieno rispetto delle regole, degli impegni presi , non conta più nulla. Senza di lei non ci sono prestiti, ne fidi, il mondi intero si chiude davanti a chi non la può presentare. E' lei la porta della cella frigorifera della gente come noi, è lei a fare la differenza tra uomini liberi di vivere e sognare e uomini congelati, condannati alla sola e pura sopravvivenza.

Non sono riuscito ad ingannarli., non mi illudevo di poterlo fare.
Leggo nei loro occhi la sofferenza e la delusione e e questi sentimenti amplificano a dismisura i miei.
In particolare mi dispiace per mio figlio. Tace ma so che vorrebbe prendere la situazione in mano, che vorrebbe poter dare il suo contributo. Quando questa storia ha avuto inizio lui si è subito offerto di cercarsi un lavoro e noi gli abbiamo categoricamente rifiutato il permesso di farlo.
E' al secondo anno di Università, ancora un anno e potrà conseguire la laurea che gli permetterà un minimo di speranza di poter spiccare il volo,
Non possiamo permettergli di rinunciare, non deve sacrificare il suo futuro.
Nessun genitori dovrebbe mai permetterlo, imporre un sacrificio così grande ad una persona che non ha scelto di spontanea volontà di venire al mondo, di essere suo figlio .
Non è giusto che sui figli ricadano gli errori dei padri. Che debbano sacrificato il loro futuro per inseguire il presente..
Mio figlio soffre di essere un peso sulle nostre spalle , il fatto di dover dipendere da noi per soddisfare le esigenze che la sua gioventù gli impone,. Percepisco la sua voglia di rendersi autonomo ed indipendente di scaricarci le spalle del suo peso, ma io non posso permettergli di farlo, non prima di essermi assicurato che abbia ali forti per poter volare..
In questo mondo assassino, dietro questa facciata di apparente progresso, si cela una dimensione di violenza che forse non ha pari nella storia dell'umanità. Mai come ora l'uomo, il singolo individuo, è stato in balia di venti contrari, schiavo di tanta incertezza e solo a dover affrontare la vita. Mai come ora la concorrenza per una sopravvivenza decente è stata tanto agguerrita, mai è stato altrettanto difficile trovare uno spazio libero dove vivere e cercare di prosperare. Il lavoro sta diventando sempre più una chimera, che solo i più preparati e i più forti potranno sperare di incontrare, solo chi è in grado di primeggiare avrà spazio per vivere, per tutti gli altri ci sarà solo precariato ed incertezze.
Per questo mio figlio non deve distrarsi dal suo cammino, niente deve distoglierlo, dalla sua meta assorbirgli energie , fargli perdere tempo prezioso.
Noi sapremo superare questo momento! E lo faremo senza che lui debba sacrificarsi!

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